Nel campo della consulenza aziendale si sta affermando sempre di più una nuova figura professionale, quella del consulente (o counselor) filosofico, una sorta di facilitatore, di catalizzatore di processi decisionali e chiarificatori, in grado di risolvere e rispondere a specifiche esigenze delle imprese. Sono molte, infatti, le aziende che si rivolgono agli umanisti per affrontare la complessità dello scenario competitivo, nonché per rendere il clima aziendale più sereno e partecipativo, allo scopo di migliorare il proprio ‘benessere organizzativo’ (inteso come la capacità di un'organizzazione di promuovere e mantenere il più alto grado di benessere fisico, psicologico e sociale dei lavoratori in ogni tipo di occupazione). E’ necessario scindere la figura di Psicologo del Lavoro da quella di Counselor Filosofico, sebbene vi sia un punto di raccordo; infatti, nel Counseling Filosofico la metodologia filosofica si congiunge con quella psicologica, considerando i modi di procedere dell’una e le conoscenze della seconda (spesso i due professionisti lavorano in team). Nel counseling filosofico il lavoro filosofico può infatti svolgersi all’ interno di quella che potremmo definire una "consapevolezza psicologica". Il ‘focus’ centrale è naturalmente sulla persona, che grazie alla pratica filosofica viene guidata verso un processo evolutivo finalizzato ad una più completa espressione e realizzazione di sé. In ambito aziendale ciò favorisce un sicuro rafforzamento delle soft skills delle persone, alle quali vengono forniti nuovi strumenti per dirigere, controllare, valutare, assimilare e favorire l'innovazione. Spesso i lavoratori faticano ad elaborare correttamente condizioni critiche come il cambiamento o la trasformazione organizzativa, o anche condizioni apparentemente meno impattanti, ma molto influenti, come il rafforzamento del senso di appartenenza all'organizzazione e/o una maggiore cultura interna sulla responsabilità sociale d'impresa. La filosofia riallinea quindi l'operato aziendale con la Vision, portando le imprese ad essere maggiormente coscienti di come impiegare efficacemente le risorse per costruire un vantaggio competitivo durevole, anche quando le assunzioni alla base dello stesso si modificano velocemente in uno scenario fortemente incerto come quello odierno (altro che contrapposizione tra valori e profitto!). La pratica filosofica declinata in ambito formativo copre quindi un tassello importante, soddisfa cioè il bisogno delle organizzazioni di costruire conoscenza, compensando i ‘limiti’ della cultura puramente ingegneristica, tecnologica ed economica, che non pare più sufficiente per garantire la sopravvivenza dell’impresa.
Di Manuel Cifone
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